One World II


"Il giro del mondo in centoquarantacinque giorni"

Ancona-(Muc, che è sempre un piacere)-Lisbona con Lufhtansa; nuovamente in Portogallo dopo trentuno anni, ma solo come trampolino per Capo Verde (137° Stato sovrano in cui ho messo piede).
Ma l'Africa, ancora una volta, solo "toccata e fuga": da Praia a Toronto, con breve sosta alle Azzorre. Un interessante, e relativamente economico, itinerario alternativo per trasvolare l'Atlantico.
Da tempo sono nella black-list degli Yankee, ma finché non mi impediranno di sorvolare il loro territorio, poco male. Dal Canada, volando più o meno sulla Casa Bianca(...), direttamente in Giamaica. La Patria del reggae, e più in generale di buona musica, e di famosi velocisti pluri-campioni olimpici è il 138esimo. Bevono tanto rum e fumano tanta erba, dicono di ottima qualità.

Tre giorni nella deludente (per i miei canoni) Repubblica Dominicana e finalmente a Bogotà, via Panama, incastrando magistralmente un volo Copa da San José.
Un mese e mezzo straordinariamente intenso tra Colombia, uno dei miei Paesi preferiti, e Venezuela, e di tanto in tanto uno sguardo al planisfero per pianificare le tappe successive. Mi ispirava il volo diretto San Paolo-Luanda per aggiungere qualche tassello d'Africa, ma il prezzo esageratamente alto e le paranoie da covid degli angolani mi hanno fatto optare per la soluzione "banale": Wingo, low cost colombiana, da qualche anno offre, a prezzi relativamente bassi,
voli da Medellin (da dove mi sono imbarcato) e Bogotà per Havana.
¡Vamos!

A Cuba la vita è dura, l'economia è tornata ai tempi del "periodo speciale" post-URSS di inizio anni'90. Ma per chi ha qualche dollaro in tasca, sa come muoversi e ha qualche buona conoscenza in loco se la caverà egregiamente.
Oltre a rivisitare i miei luoghi, e ripercorrere i miei itinerari, preferiti è stata l'occasione per visitare Pinar del Rio, la provincia che mi mancava dell'Isla Grande.

A quel punto, in viaggio da tre mesi, cercavo un volo per tornare in Patria. Ma il più economico, Cuba-Europa -per Madrid- mi sarebbe costato non meno di 600 euro, a cui avrei dovuto aggiungere quelli da dare a un Raianair per l'Italia.
Invece, spendendo più o meno la stessa cifra, ho acquistato Havana-Nassau/Nassau-Vancouver/Vancouver-(Tokyo)-Taipei, grazie al prezioso contributo di un amico che pur abitando a 400 mt dallo stadio Maradona, non è stato in grado di suggerirmi una pizzeria aperta a Fuorigrotta la domenica sera.
Ma ti perdono.
Fosse solo -ma non solo- per quelle due ore di chat del pomeriggio (sera in Italia) del 13/01 durante il trasferimento in bus da Cartagena a Barranquilla e il segnale wi-fi troppo debole per ricevere Kiss Kiss Napoli a regola d'arte....

E, dunque, sai che c'è?

Da Cuba alle Bahamas (e sono 139!); un'ora sola di volo, ma è tutto un altro mondo. Lo sapevo, certo. Una settimana da disadattato nell'arcipelago che comincia a 250 km a sud di Miami, dove è fin troppo ingombrante -e fastidiosa- la presenza degli esportatori di democrazia.
Un volo serale a fine febbraio mi porterà a Montreal dove mi aspettava la consueta sceneggiata all'immigration. L'addetto al controllo canadese meno odioso della cretina neozelandese che mi era toccata qualche anno prima, ma ugualmente rompiscatole.
Quarantacinque minuti di inutili ricerche approfondite per giungere il solito buco nell'acqua.
NON trasporto -né faccio uso- di qualsiasi sostanza stupefacente, sebbene i timbri Colombia sul mio passaporto generano sospetti. Tuttavia i primi minuti ad ogni controllo sono sempre stressanti; per quanta attenzione io faccia, non potrò mai avere la certezza che qualcuno non abbia manomesso il mio (misero) bagaglio.
Nessuna voglia di un giro notturno a Montreal, in cui sono stato anni fa, e ho preferito aspettare in aeroporto il primo volo mattutino per Vancouver, da tempo in cima alla lista dei miei "desiderata". Quattro giorni per avere un'idea della città, che non ha deluso le mie aspettative. Multietnica, perfettamente, ma sobriamente, curata, piena di verde. Un sistema di trasporti vicino alla perfezione, offerta culturale per tutti i gusti. Lo skyline che si ammira da nord è semplicemente mozzafiato; meno cara di altre città canadesi, a cominciare dall'inaviccinabile -per noi poveri- Toronto. Ma tanti, troppi -e non me lo aspettavo- i disperati che vivono in strada; solo una conferma, invece, che le relazioni sociali tra sconosciuti sono ridotte al minimo.

A bordo di un B-767 di Jal, eccellente compagnia giapponese, la trasvolata pacifica. Da a Tokyo in meno di dieci ore, in "grazia di dio" in penultima fila-finestrino ,nessun passeggero a fianco e davanti. La condizione ideale per un lungo volo.
Nella Capitale del Paese del Sol Levante sono stato nel 2015, ma il Giappone merita un viaggio a sé, e lo farò. Ma stavolta la meta era Taiwan, per la quarta volta. Obiettivo completare il perimetro dell'isola in treno, prima che i cinesi decidano di (ri) prendersela. I continui e inquietanti sorvoli a bassa quota di aerei militare non lasciano presagire nulla di "pacifico".

Da Taiwan, ovviamente, a Manila, alla scoperta di nuove province dell'arcipelago delle Filippine, stavolta la spettacolare Romblon. Ma ho trovato il modo per tornare a Zamboanga del nord, Mindanao, regione che continua ad essere sconsigliata ai turisti. Meglio così, per chi ci va. A buon prezzo, Cebu Pacific Airlines mi ha portato da Manila a Dubai e, tre giorni dopo, Wizzair da Abu Dhabi a Yerevan. "Bomba o non bomba -e il volo Belavia scortato da caccia militari russi- sono arrivato a Minsk". Dieci giorni in Bielorussia, prima di tornare a Yerevan.
E, infine, a casa, via Georgia, Turchia, Kosovo, Montenegro e Croazia. La mattina del 18 aprile sbarcavo dal Moby Zazà di Snav, dopo 12 ore di navigazione perfetta da Spalato ad Ancona.

Tutto il tempo a disposizione per prepararmi, "come se fosse la prima", alla terza volta:
10/05/'87, 29/04/'90; stavolta la storia ha voluto il 4 maggio 2023.